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Turn on the lights

A distanza di cinque mesi,  posso dire con sollievo e gratitudine "I'm back!" Finalmente il vento é cambiato, sicuramente assecondato dal mio mood più positivo e meno fatalista. Ho trovato lavoro, un lavoro inaspettato e lontano da quello che cercavo. Si sta rivelando giorno dopo giorno e ammetto che, sebbene ci siano delle giornate in cui il tempo passa con il contagocce e ti ritrovi a fissare il monitor per oltre 10 minuti chiedendoti solo cosa mangerai a pranzo, nel complesso non mi posso lamentare. Dopo un anno nella big town , inizio a guardarmi allo specchio e a riconoscermi. Questo sicuramente anche perchè ho ripreso danza  e, come una pianta che riprende vita dopo un inverno gelido, i miei ritmi sono tornati ad essere quelli di una volta: scappa qua e là, zaino in spalla, cuffie e capelli imbizzarriti. Anche la scelta delle lezioni mi ha portato a un cambio di rotta. Basta danza accademiche, basta essere rigida negli schemi ,  nei miei ca...

C'era una volta...

C'era una volta una bambina di appena due anni,  che si divertiva a ballare ogni domenica durante i canti della messa nella chiesetta di quartiere. La stessa bambina, solo qualche anno dopo,  accompagnava il fratello maggiore a scuola di nuoto, per potersi poi nascondere in una stanza segreta, armata di walkman e taccuino, a scrivere i passi dei balletti che inventava sulle note di "Maria" di Ricky Martin. Quella bambina da grande voleva diventare una coreografa . Fino al diploma il sogno continuava a essere lo stesso: approfondire gli studi in Germania, ballare e creare coreografie per tutti, dai più bravi ai più imbranati, perché quello che più la ispirava era trovare la luce in ogni ballerino, non i difetti, ma ciò che li faceva brillare sul palco come in sala prove. Poi qualcosa è andato storto. Fisicamente nessuno le avrebbe dato della ballerina.  Era troppo formosa , con questa gambe troppo grandi e sode da sollevare, quei fianchi troppo larghi per e...

Are phones really smart?

Sono a Milano da poco più di due mesi. Ho fatto colloqui. Rifiutato occasioni, accettato rischi. Ho già iniziato e lasciato un lavoro. Eppure sento sempre il tempo sfuggirmi fra le dita. Unica costante: i mezzi pubblici. Venendo dal Sud , non ho fatto che saltare da un bus all'altro, passando per tram e metro. Estasiata dalla varietà e dalla puntualità del servizio. Ancora oggi mi chiedo: ma perchè corrono in metro?  Tanto passa ogni 3 minuti... Quel che però mi stupisce ancora di più è cosa succede una volta entrati nel mezzo. Varco le porte, mi guardo intorno alla ricerca di un posto. Quasi sempre resto in piedi, meglio così. Allora mi appoggio ai sostegni e cerco una cosa, sempre e solo quella: due occhi che incrocino i miei. Non ci sono. Mi trovo sempre in vagoni dove tutti, chi seduto, chi in piedi, chi mentre dondola una carrozzina, chi mentre tiene distrattamente la mano al proprio partner, tutti, con rarissime eccezioni, hanno la testa china, in segno di total...

Un'estate da...paura

Paura . Un po' come la parola "morte", anche il termine "paura" viene generalmente connotato nella nostra cultura in modo negativo. Lo troviamo sempre accompagnato da altrettante parole spaventose, proprio a sottolineare come nell'uomo rappresenti un ostacolo, un qualcosa che può farci del male. Questa estate per me è marcata dalla paura. La paura di aver lasciato un lavoro che seppur non gratificante, mi dava un certo tipo di stabilità, faceva parte della mia routine, delle mie abitudini - detto francamente, la parola abitudine mi spaventa molto di più. E quindi la paura di aver fatto la scelta sbagliata, di non essermi accontentata, di sapere cosa lascio ma non cosa troverò. L' ignoto . L'abisso in cui dovrò tuffarmi. La paura di non essere pronta a lasciare casa mia. La casa in cui ho passato gli ultimi 17 anni. Il nido che ho curato e odiato negli ultimi 4 anni di vita da sola, senza i miei genitori. Lontani da me per lavoro. Avrei dov...

Finally (re)graduated!

Un altro traguardo è stato raggiunto. Sono passati tre anni dalla mia prima laurea ed è incredibile quanto io sia cambiata. A stento riconosco la ragazza che ero, gli interessi che avevo e le paure che mi spaventavano. Gli amori di quel tempo li ricordo sorridendo, perché nel bene o nel male mi hanno dato qualcosa di prezioso: chi sono oggi. Chiudo la mia carriera universitaria con il massimo dei voti (e tanti chili in meno!), circondata da vecchi amici, da nuovi incontri e da pochi parenti veri. Nonostante questi ultimi due mesi siano stati terribili, fra preparativi, colloqui e tesi, sono fiera di aver vissuto nel migliore dei modi quel momento, il mio momento. In ogni caso, ho ritrovato me stessa. Ieri, oggi e domani...sono io.

Tempo di bilanci

E finalmente il 2016 é andato! Non so cosa aspettarmi dal 2017, probabilmente é lui che si aspetta qualcosa da me. Piuttosto che stilare una serie di impegni che manterrò o meno preferisco guardarmi un attimo indietro, per prendere meglio la rincorsa e  lanciarmi energica nell'anno nuovo. Non voglio limitarmi a fare un bilancio del 2016, ma un bilancio di questi anni passati lontano dalla mia famiglia, con pochi o nessun amico, zero zii, nonni o cugini. Solo una massa informe di poche presenze e tante scuse. Lascio le bugie del mio ex, i coinquilini maleducati, i lavori scadenti e sottopagati, lo stress degli esami, i messaggi senza risposta, le amiche che ho perso. Tengo sicuramente i baci appassionati, le notti in compagnia, la speranza per il futuro. lo strano ottimismo che da un po' mi ha pervasa, la danza, la semplicità dei momenti da sola a casa, le risate con le mie poche amiche fidate, la mia libertà. Guardo ai prossimi mesi con il ...

Sto cambiando pelle

La vedo: la luce alla fine del tunnel, la boa all'orizzonte, l'oasi nel deserto. Finalmente vedo la fine di questo percorso, un ciclo lungo e doloroso che sta per chiudersi. A tre mesi dalla laurea, tutto inizia a farsi più nitido. Solo due mesi fa ero così confusa e spaventata, volevo fare mille cose insieme: l'ultimo esame, trovare lavoro, scrivere la tesi, cercare casa nuova.  Ho capito che stavo sbagliando metodo solo dopo aver avuto un crollo di nervi. Mi sentivo fragile, indecisa e pronta a mollare tutto. Non era da me. Non ero io. Ho capito che tutti i grandi percorsi della storia sono iniziati con un piccolo, solo passo in avanti: non con dei salti nel vuoto, non correndo disperatamente verso non si sa cosa...  Solo un passo. Così ho concluso la mia carriera universitaria, consapevole di aver fatto la scelta sbagliata, di aver dedicato due anni a qualcosa che non mi piaceva affatto, ma che ormai costituiva il passato, era inutile starci troppo male. ...