Sono a Milano da poco più di due mesi.
Ho fatto colloqui.
Rifiutato occasioni, accettato rischi.
Ho già iniziato e lasciato un lavoro.
Eppure sento sempre il tempo sfuggirmi fra le dita.
Unica costante: i mezzi pubblici. Venendo dal Sud, non ho fatto che saltare da un bus all'altro, passando per tram e metro. Estasiata dalla varietà e dalla puntualità del servizio.
Ancora oggi mi chiedo: ma perchè corrono in metro? Tanto passa ogni 3 minuti...
Quel che però mi stupisce ancora di più è cosa succede una volta entrati nel mezzo.
Varco le porte, mi guardo intorno alla ricerca di un posto. Quasi sempre resto in piedi, meglio così. Allora mi appoggio ai sostegni e cerco una cosa, sempre e solo quella: due occhi che incrocino i miei.
Non ci sono.
Mi trovo sempre in vagoni dove tutti, chi seduto, chi in piedi, chi mentre dondola una carrozzina, chi mentre tiene distrattamente la mano al proprio partner, tutti, con rarissime eccezioni, hanno la testa china, in segno di totale sottomissione ai propri smartphones.
Sguardo assente, ghigno quasi del tutto svanito, magari per una battuta letta qualche post prima, e quel stramaledetto ditino che scorre, annoiato e ripetitivo.
E' alienante e apocalittico. Mi spaventa sempre vederli tutti li, tutti insieme.
Più mi trovo in situazioni del genere, più affondo il telefono nella borsa. Niente Instagram, niente Facebook, persino niente musica.
Cos'é che mi spaventa?
Il non saper dire basta, il non sapere quando di un'abitudine, di un vizio, se ne possa fare a meno.
Siamo sicuri di volere telefoni sempre più smart e relazioni sociali sempre meno reali?
https://www.youtube.com/watch?v=VASywEuqFd8
Ho fatto colloqui.
Rifiutato occasioni, accettato rischi.
Ho già iniziato e lasciato un lavoro.
Eppure sento sempre il tempo sfuggirmi fra le dita.
Unica costante: i mezzi pubblici. Venendo dal Sud, non ho fatto che saltare da un bus all'altro, passando per tram e metro. Estasiata dalla varietà e dalla puntualità del servizio.
Ancora oggi mi chiedo: ma perchè corrono in metro? Tanto passa ogni 3 minuti...
Quel che però mi stupisce ancora di più è cosa succede una volta entrati nel mezzo.
Varco le porte, mi guardo intorno alla ricerca di un posto. Quasi sempre resto in piedi, meglio così. Allora mi appoggio ai sostegni e cerco una cosa, sempre e solo quella: due occhi che incrocino i miei.
Non ci sono.
Mi trovo sempre in vagoni dove tutti, chi seduto, chi in piedi, chi mentre dondola una carrozzina, chi mentre tiene distrattamente la mano al proprio partner, tutti, con rarissime eccezioni, hanno la testa china, in segno di totale sottomissione ai propri smartphones.
Sguardo assente, ghigno quasi del tutto svanito, magari per una battuta letta qualche post prima, e quel stramaledetto ditino che scorre, annoiato e ripetitivo.
E' alienante e apocalittico. Mi spaventa sempre vederli tutti li, tutti insieme.
Più mi trovo in situazioni del genere, più affondo il telefono nella borsa. Niente Instagram, niente Facebook, persino niente musica.
Cos'é che mi spaventa?
Il non saper dire basta, il non sapere quando di un'abitudine, di un vizio, se ne possa fare a meno.
Siamo sicuri di volere telefoni sempre più smart e relazioni sociali sempre meno reali?
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