Milano,
23/12/2020
h 11:45
Eccoci qui,
a una settimana dalla fine di questo terribile anno.
2020 sarà, d'ora in avanti, sinonimo di devastazione, isolamento, paura, virus, morte.
Prima di addentrarmi nei buoni propositi per il nuovo anno,
che tutti guardiamo con le più rosee speranze, alzando di giorno in giorno la stanghetta delle nostre aspettative, ho deciso di riassumere PROS&CONS di quello che il 2020 mi ha dato.
PROS
Lento e inesorabile, rapido e indolore,
credo che il tempo sia stato il nostro migliore/peggiore amico in questa situazione.
Gran parte di noi si è trovata chiusa in casa, a lavorare per la maggior parte della giornata,
rendendosi conto di quanto sia stato prezioso ritrovare lo spazio temporale per dedicarsi alle vecchie passioni: c'è chi ha ricominciato a leggere quel libro lasciato sul comodino per mesi, chi ha iniziato a dipingere, facendosi guidare dalle stagioni, e dalle emozioni, che si alternavano ignare fuori alla finestra, chi ha ballato (presente!) scambiando sorrisi sinceri e amari con le amiche al pc, chi semplicemente ha assaporato quell'oretta in più senza essere imbottigliato nel traffico, senza i clacson nelle orecchie e le sveglie al telefonino.
Speriamo di non farci più dominare da lui.
Legandomi al nuovo modo di considerare il tempo, non posso fare a meno di sorridere al pensiero di quanti amici/colleghi abbiano riscoperto ciò che li rende felici, ciò che li fa stare bene con sé stessi.
Ecco io ero abbastanza pronta a questo, anzi era l'aspetto dell'isolamento che più mi incuriosiva e che certamente non mi spaventava.
A sto giro ho imparato a guardarmi letteralmente allo specchio, a studiare e interpretare i messaggi del mio corpo: disagio, tristezza, speranza, miglioramento, crescita, soddisfazione.
L'ho sempre detto, accettarsi è un processo lungo, che ci accompagna per tutta la vita, ma la soddisfazione è impagabile.
Conoscersi spesso porta ad amarsi. E quando si ama, si ama "nonostante tutto".
Da marzo siamo saliti su queste montagne russe di emozioni, sbalzi d'umore e isterismi.
Credo che ognuno di noi, e naturalmente includo me stessa nella categoria, abbia toccato picchi di estrema gratitudine e profondissima insoddisfazione.
Come davanti ad ogni problema nella vita, bisogna accettare anche questi momenti, imparare e superare.
Mani in pasta, pennelli in mano, chitarre rispolverate: l'arte in ogni sua forma è tornata a ricoprire un ruolo fondamentale nelle nostre noiosissime e ripetitive giornate.
E allora via a cantare sui balconi, ad aiutare i bimbi con i loro arcobaleni di speranza, ad imparare una lingua nuova o anche solo ad essere solidali.
Perchè non si è mai troppo grandi per imparare qualcosa di nuovo, e i bambini ce l'hanno insegnato.
Questo argomento mi ha abbastanza tormentata nel corso dell'anno.
Ho sempre avuto pochi amici, ho lasciato le grandi comitive ai tempi delle scuole medie.
Alle porte dei trent'anni mi rendo sempre più conto che non si può piacere a tutti e che tentare di impressionare gli altri è solo uno spreco di tempo. Sii te stesso, questo è il vero mantra.
Come dicevo, il tema in questione mi ha tormentata perchè in una situazione come questa, una vera pandemia, non c'è spazio per i vittimismi, e allora si finge di non aspettare la chiamata dell'amico un po' più frequentemente, si ha fretta di rispondere con leggerezza a quel messaggio settimanale di "tutto ok?", ci si autoconvince di stare, tutto sommato, bene.
Però, a mente fredda, e risorgendo da quei momenti bui, ho individuato chi con i suoi tempi ma con costanza c'è stato. Non ero sola e ne sono grata.
Questa lunga pausa dalla routine quotidiana, dalla corsa alla metro, dalle giornate di troppo caldo che "vorrei stare al mare ma devo andare in ufficio" o di aperitivi schedulati nella city con le colleghe, ecco io credo ci abbia portato a mettere sul piatto della bilancia quelle che erano le nostre abitudini. Queste, buone o cattive che fossero, condizionavano la nostra vita, le nostre giornate, il nostro umore, ma erano così radicate, così ben attecchite alla nostra quotidianità da non essere particolarmente esaminate: è il caso di rivalutare queste priorità e più semplicemente ciò che, come dice Marie Kondo, ci dona gioia.
Less is more, anche nella vita: problemi, intoppi e difficoltà ci saranno sempre, dobbiamo imparare a conviverci piuttosto che farci sovrastare, scrollarci di dosso quel peso di troppo e alleggerire il carico già gravoso che ci portiamo sulle spalle. Ogni giorno è prezioso, non procrastiniamo, non aspettiamo l'estate per andare in vacanza, non aspettiamo la pensione per mollare tutto, no aspettiamo il messaggio dell'amico se vogliamo sentirlo, non aspettiamo il terzo appuntamento per finire nelle braccia di qualcuno che ci fa stare bene: godiamocela.
CONS
Chi non l'ha quotidianamente provata? Ci ha colto di sorpresa, ha scombussolato le nostre certezze, le nostre conoscenze, la nostra routine.
Abbiamo avuto paura per noi, ma soprattutto per gli altri.
Ho fatto del male a qualcuno?
Vediamola così: auguriamoci sia valsa come lezione per stare più attenti e rispettare l'altro.
Negli ultimi tempi l'ho accusato tanto, a livello mentale, con difficoltà di concentrazione, malumore, stanchezza, ma anche fisicamente con acne, herpes, pelle oleosa, gonfiore.
Abbiamo imparato a valutare i sintomi di questa malattia, iniziamo a non ignorare i segnali psicologici d questo disturbo e curiamoci, per il nostro bene.
- Insoddisfazione/depressione
Basta fingere: lo stress, l'isolamento, la paura hanno scatenato, in alcuni, pensieri talmente negativi da non vedere la luce, da non riuscire proprio ad uscirne.
Chiedere aiuto non è sintomo di debolezza, amici e famiglia spesso non possono e non sanno come aiutarci, tanti servizi di consulenza sono stati attivati in questi mesi.
Facciamoci aiutare.
Come accennavo prima, per me non ha rappresentato un grande ostacolo, anzi fortunatamente sono andata a vivere da sola prima dell'ondata estiva.
Mi rendo però conto che tanta gente fa fatica a stare con se stessa, si sente sola, trascurata, non amata.
Personalmente credo che prima ci si faccia i conti con la solitudine e la si consideri una compagna di viaggio, più facilmente si starà bene con le persone che davvero ci amano.
Stare con gente che non ci valorizza, non ci stima, non ci ama solo perchè ci sentiamo soli mi fa onestamente tristezza. Proviamoci.
Che sacrifici abbiamo fatto?
Siamo stati i primi a vivere durante una pandemia con tutti i comfort possibili.
Luce, gas, acqua, cibo, consegne a domicilio, Amazon.
E nonostante ciò, pochi sono quelli che hanno davvero fatto rinunce in questi mesi.
Chi ha rinunciato alla vacanza estiva?
Chi ha rinunciato al sushi una volta a settimana o all'aperitivo in zona gialla?
Siamo lontani dal riconoscere che salute, solidarietà e umanità siano le vere priorità.
Per molte posizioni di lavoro chiedono una buona flessibilità al cambiamento.
Credo questa abilità vada sviluppata sin da piccoli, andrebbe probabilmente insegnata a scuola, perchè se certe abitudini, atteggiamenti e scelte sono così radicate nella nostra cultura, niente, neanche una pandemia globale, potrà cambiarle. Io ci ho sperato, ma senza successo.
Lavoriamo su noi stessi, sulla versione migliore di noi, sull'idea che abbiamo di noi, sull'impronta che vogliamo lasciare su questa Terra e chissà qualcosa si muoverà, spero.
Buone e serene feste,
ricominciamo il nuovo anno con uno spirito propositivo e dinamico.
Ci servirà.
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