Da qualche giorno sono particolarmente pensierosa.
Sicuramente influenzata dagli eventi
che stanno toccando in modo più o meno violento il mondo intero,
mi preoccupa come tutto ciò venga trattato e gestito dai media,
dai politici che dovrebbero fare qualcosa di concreto e non solo dare condoglianze,
da noi, esperti d'ignoranza.
Mi chiedo cosa sia meglio fare... Ignorare? Parlare d'altro? Gridare? Protestare?
A nessuno piace sentire ogni giorno di morti, attentati, paura, catastrofi,
d'altro canto c'è chi, lontano dalla nostra realtà, vive questo mondo funereo da sempre.
Senza commentare. Senza gridare. Nel silenzio rotto dal pianto.
Bene anch'io preferisco restare in silenzio, per rispetto, perché non so cosa sta succedendo, perché il dolore merita silenzio e non frasi fatte e vuote.
Bisognerebbe tutelare la libertà di silenzio più che di parola in questi giorni.
Invece no, i media non fanno che spingerci a commentare, a dire la nostra, in una patetica democrazia virtuale guidata da gente mediocre e massificata.
In realtà sto scoprendo che questa democrazia del pensiero e della parola è solo un'idea, una moda, ma nel concreto non esiste.
Faccio un esempio: da qualche giorno sto lavorando presso un ex cinema, il mio compito consiste nel fare contatti con scuole, associazioni e così via per la programmazione prossima.
Bene, al mio fianco c'è una ragazza sulla trentina, ovviamente più navigata di me nel settore, che mi sta col fiato sul collo. Sono io la novellina, posso capire.
Ciò che non capisco è come, una donna di trent'anni si offenda quando, spiegandomi il perché di quelle chiamate, io mi mostri alquanto scettica (ma ovviamente consapevole che quello c'è da fare, quindi zitta e muta) e non condivida la sua opinione.
E' rimasta stizzita di fronte al mio pensiero, decidendo, per la legge del contrappasso, di trattarmi di merda per il resto della giornata.
Cosa mi chiedi a fare "Che ne pensi?" se poi non accetti che io abbia una visione diversa dalla tua?

Ecco, in questo caso rivendico il mio diritto di parola, la mia libertà di pensiero e di decisione e la cosa bella è che potremmo e dovremmo farlo tutti, quando ci sentiamo sottomessi, maltrattati, o semplicemente quando se ne sente il bisogno.
Con i modi giusti possiamo cambiare le cose e credere molto di più in noi stessi.
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