Umiltà.
Come diceva quel santo di Selden:
- L’umiltà è una virtù che tutti predicano, ma che nessuno pratica. -
Come non condividere il suo pensiero.
Sembreranno frasi fatte, ma oggi,
vuoi per i social media,
vuoi perchè non si sa più in cosa credere,
TUTTI sentono di essere superiori all'altro.
Ma superiori in cosa?
In bellezza?
In intelligenza?
O in simpatia magari?
La realtà é che siamo insicuri, mercificati, strumentalizzati e allo sbando.
Pensate a uno studente universitario medio:
studia dai tre ai cinque anni, risultati nella media,
tanti sacrifici per potersi mantenere, magari lontano dalla famiglia,
e una volta finito il suo percorso?
Nulla.
Veniamo rigettati della macchina della cultura,
buttati per strada,
a sgomitare con tutti gli altri,
esattamente come tutti gli altri.
Chi sono gli altri?
Diplomati, gente priva di titoli, immigrati, padri di famiglia,
uomini e donne straziati, privati dell'unica cosa che ci rende indipendenti:
il lavoro.
Ma anche in questo scenario, fra una gomitata e l'altra,
c'è il figlio di... che ovviamente non deve faticare troppo per superarti,
doppio titolo o no;
c'è "l'amico di...";
c'è chi prova piacere nel denigrare l'altro;
c'è chi non sa nemmeno perché si trova li.
E poi c'è lui, proprio lui,
quello che,
per dirlo in modo crudele,
non si è mai sporcato le mani di merda,
non si é mai esposto al giudizio altrui,
quel tipo "umano POCO umano".
Poi non parlassero di FUGA.
No, non è una fuga...
è sopravvivenza.
Chiudo tornando al tema iniziale,
con un'altra citazione, questa volta di Kierkegaard
"La felicità è una porta che si apre dall’interno:
per aprirla bisogna umilmente fare un passo indietro."
Come diceva quel santo di Selden:
- L’umiltà è una virtù che tutti predicano, ma che nessuno pratica. -
Come non condividere il suo pensiero.
Sembreranno frasi fatte, ma oggi,
vuoi per i social media,
vuoi perchè non si sa più in cosa credere,
TUTTI sentono di essere superiori all'altro.
Ma superiori in cosa?
In bellezza?
In intelligenza?
O in simpatia magari?
La realtà é che siamo insicuri, mercificati, strumentalizzati e allo sbando.
Pensate a uno studente universitario medio:
studia dai tre ai cinque anni, risultati nella media,
tanti sacrifici per potersi mantenere, magari lontano dalla famiglia,
e una volta finito il suo percorso?
Nulla.
Veniamo rigettati della macchina della cultura,
buttati per strada,
a sgomitare con tutti gli altri,
esattamente come tutti gli altri.
Chi sono gli altri?
Diplomati, gente priva di titoli, immigrati, padri di famiglia,
uomini e donne straziati, privati dell'unica cosa che ci rende indipendenti:
il lavoro.
Ma anche in questo scenario, fra una gomitata e l'altra,
c'è il figlio di... che ovviamente non deve faticare troppo per superarti,
doppio titolo o no;
c'è "l'amico di...";
c'è chi prova piacere nel denigrare l'altro;
c'è chi non sa nemmeno perché si trova li.
E poi c'è lui, proprio lui,
quello che,
per dirlo in modo crudele,
non si è mai sporcato le mani di merda,
non si é mai esposto al giudizio altrui,
quel tipo "umano POCO umano".
Poi non parlassero di FUGA.
No, non è una fuga...
è sopravvivenza.
Chiudo tornando al tema iniziale,
con un'altra citazione, questa volta di Kierkegaard
"La felicità è una porta che si apre dall’interno:
per aprirla bisogna umilmente fare un passo indietro."
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