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Visualizzazione dei post da 2018

All we need is love

Love . E' emblematico come quattro lettere possano farci sorridere così facilmente. Di recente mi sono soffermata a pensare a quanto sia potente l'amore...vi spiego perché. Da qualche mese lavoro in un contesto abbastanza "vecchio", il settore ferroviario, dove l'età media si aggira sui 45-50 anni. La mia responsabile, che a conferma di ciò di anni ne ha una cinquantina, è considerata un'istituzione. Ha esperienza, è autoritaria, super competente e non le sfugge nulla. Dalla serie che se ti fa una domanda, è perché conosce già la risposta e vuole semplicemente metterti alla prova. Simpatica. Bé sta di fatto che poco meno di un anno fa ha trovato l'amore e si è sposata. Io non ho mai visto una donna cambiare umore tanto quanto lei quando è col marito o riceve una sua chiamata o un suo whatsapp . Mai vista una donna così coinvolta, fragile, innamorata e felice. Quasi svampita (e non è sicuramente un aggettivo che userei per descriverla nella vit

Turn on the lights

A distanza di cinque mesi,  posso dire con sollievo e gratitudine "I'm back!" Finalmente il vento é cambiato, sicuramente assecondato dal mio mood più positivo e meno fatalista. Ho trovato lavoro, un lavoro inaspettato e lontano da quello che cercavo. Si sta rivelando giorno dopo giorno e ammetto che, sebbene ci siano delle giornate in cui il tempo passa con il contagocce e ti ritrovi a fissare il monitor per oltre 10 minuti chiedendoti solo cosa mangerai a pranzo, nel complesso non mi posso lamentare. Dopo un anno nella big town , inizio a guardarmi allo specchio e a riconoscermi. Questo sicuramente anche perchè ho ripreso danza  e, come una pianta che riprende vita dopo un inverno gelido, i miei ritmi sono tornati ad essere quelli di una volta: scappa qua e là, zaino in spalla, cuffie e capelli imbizzarriti. Anche la scelta delle lezioni mi ha portato a un cambio di rotta. Basta danza accademiche, basta essere rigida negli schemi ,  nei miei ca

C'era una volta...

C'era una volta una bambina di appena due anni,  che si divertiva a ballare ogni domenica durante i canti della messa nella chiesetta di quartiere. La stessa bambina, solo qualche anno dopo,  accompagnava il fratello maggiore a scuola di nuoto, per potersi poi nascondere in una stanza segreta, armata di walkman e taccuino, a scrivere i passi dei balletti che inventava sulle note di "Maria" di Ricky Martin. Quella bambina da grande voleva diventare una coreografa . Fino al diploma il sogno continuava a essere lo stesso: approfondire gli studi in Germania, ballare e creare coreografie per tutti, dai più bravi ai più imbranati, perché quello che più la ispirava era trovare la luce in ogni ballerino, non i difetti, ma ciò che li faceva brillare sul palco come in sala prove. Poi qualcosa è andato storto. Fisicamente nessuno le avrebbe dato della ballerina.  Era troppo formosa , con questa gambe troppo grandi e sode da sollevare, quei fianchi troppo larghi per e